Santa Maria del Fiore

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Santa Maria del Fiore

“…la chiesa di Santa Maria del Fiore di Fiorenza. La quale fu una pianta bellissima di quella maniera, che fu di pietre forti squadrate di dentro tutta lavorata, e di fuori di marmi bianchi e neri e rossi incrostata e adorna (…) né in cristianità si truova fabrica moderna più ornata di quella, sendovi molte statue e nella facciata e nel campanile fabricate da eccellenti maestri. ”
(Giorgio Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori.)

 

Santa Maria del Fiore, la cui costruzione fu progettata da Arnolfo di Cambio, è la terza chiesa del mondo (dopo San Pietro a Roma, San Paolo a Londra) e la più grande in Europa al momento della sua ultimazione nel ‘400: è lunga 153 metri, larga 90 alla crociera ed alta 90 metri dal pavimento all’apertura della lanterna. Essa, terza e ultima cattedrale fiorentina, fu intitolata nel 1412 a Santa Maria del Fiore con chiara allusione al giglio, simbolo della città.

Sorse sopra la seconda cattedrale, che la Firenze paleocristiana aveva dedicato a Santa Reparata.

Le notevoli diversità di stile rivelate nelle sue parti sono la testimonianza del variare del gusto nel lungo periodo trascorso fra la sua fondazione ed il completamento.

La prima pietra della facciata venne posta l’8 settembre 1296, su progetto di Arnolfo di Cambio. Egli lavorò per il Duomo dal 1296 al 1302. Ideò una basilica dagli spazi classici, con tre ampie navate che confluivano nel vasto coro dove è posto l’altare maggiore, a sua volta circondato dalle tribune su cui poi si innesterà la Cupola.

Il progetto di Arnolfo era notevolmente diverso dalla struttura attuale della chiesa, come è possibile notare dall’esterno. Sui fianchi dell’edificio, infatti, a nord e a sud, notiamo che le prime quattro finestre sono più basse, più strette e più ravvicinate di quelle verso est, le quali corrispondono, invece, all’ampliamento operato da Francesco Talenti, capomastro a partire dalla metà del ‘300.
Arnolfo arriva a finire due campate e metà della nuova facciata. Le sue sculture saranno tolte e spostate nel Museo Storico dell’Opera nel 1586, poiché il Granduca Francesco I de’ Medici decise di costruire una nuova facciata.

Alla morte d’Arnolfo, avvenuta intorno al 1310, i lavori subirono un rallentamento, per riprendere certamente nel 1331 quando i magistrati dell’Arte della Lana si assunsero la cura della costruzione. Nel 1334 fu nominato capomastro dell’Opera Giotto che si occupò prevalentemente della costruzione del campanile e morì tre anni dopo. A Giotto subentrò Andrea Pisano fino al 1348, anno della terribile peste che decimò la popolazione cittadina da 90.000 a 45.000 abitanti.
I lavori proseguirono fra interruzioni e riprese fino a quando, in seguito al concorso bandito nel 1367, fu accettato il modello definitivo della chiesa proposto da quattro architetti e quattro pittori, tra i quali Andrea di Bonaiuto, Benci e Andrea di Cione, Taddeo Gaddi e Neri di Fioravante.
Dal 1349 al ’59 la direzione tocca a Francesco Talenti, che completa il Campanile e prepara un nuovo progetto coadiuvato (dal 1360 al ’69) da Giovanni di Lapo Ghini. Nel 1378 fu ultimata la volta della navata centrale, e nel 1380 furono terminate le navate minori. Tra il 1380 ed il 1421 furono costruite le tribune e forse anche il tamburo della Cupola.